venerdì 30 dicembre 2016

Contro i tentativi di abolire la scuola media

Oggi su Orizzonte scuola interviene Eleonora Fortunato nel dibattito sulla validità della scuola media italiana (la scuola secondaria di primo grado) che è l'argomento del pamphlet pubblicato dal Mulino dove si contrappongo i punti di vista di Cesare Cornoldi e di Giorgio Israel.
Potete leggere questo intervento qui



L’ignoranza sempre più diffusa della storia rende molti inconsapevoli che è in atto una sistematica distruzione del modello universalistico dell’istruzione che l’Europa ha proposto dalla fine del Settecento.
A questo rischio occorre opporre una vigorosa difesa della visione classica, non per questo esente dal dovere di indicare le vie di una necessaria modernizzazione.
Giorgio Israel, in Abolire la scuola media

mercoledì 21 dicembre 2016

Matematica, umanesimo, scuola

Il Corriere di Bologna ha scritto lo scorso 6 dicembre – in occasione della commemorazione di Giorgio alla Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna –

«Alle sorti della scuola italiana era così profondamente legato da non aver mai fatto mancare, negli anni, la sua voce. Critica e tagliente contro quelle che reputava derive economiciste o aziendaliste, ma anche estremamente propositiva... Il  ruolo futuro della scuola, insieme a quello di una matematica che prima che ad applicazioni pratiche può e deve servire per sviluppare il pensiero... a partire da quell'idea così cara a Israel che la scuola dovesse rimanere ancorata a una visione umanistica improntata sulla conoscenza.»

Su questi temi, trovate in libreria l'intervento nel volume Abolire la scuola media? (Il Mulino) e per approfondire la visione culturale complessiva di Giorgio Israel, il saggio Meccanicismo. Trionfi e miserie della visione meccanica del mondo (Zanichelli)

A un anno dalla scomparsa di Giorgio, Orizzonte scuola ha scelto di ricordare qui una sua riflessione del gennaio 2015 sul tema dell'alternanza scuola lavoro.

Di seguito l'articolo sul Resto del Carlino del 6 dicembre 2016


domenica 23 ottobre 2016

A un anno dalla scomparsa di Giorgio


Lo scorso 24 settembre 2016 sul Foglio Nicoletta Tiliacos ha ricordato Giorgio, invitando a leggere i suoi ultimi due libri, il pamphlet Abolire la scuola media? (Il Mulino), in cui si confronta con Cesare Cornoldi (Il Mulino) e il saggio che riprende aspetti fondamentali della sua ricerca e della sua riflessione, Meccanicismo. Trionfi e miserie della visione meccanica del mondo (Zanichelli).
Potete leggere qui




sabato 11 giugno 2016

La matematica e la realtà, finalista del Premio Asimov del Gran Sasso Science Institute (INFN)

La matematica e la realtà. Capire il mondo con i numeri, pubblicato da Carocci, è stato uno dei finalisti del premio Asimov per l'editoria scientifica divulgativa assegnato dal Istituto del Gran Sasso (Centro di studi avanzati del Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).


Questo riconoscimento sarebbe piaciuto enormemente a Giorgio Israel per un motivo principale: è stato assegnato a partire dal giudizio ragionato di 200 studenti di scuole superiori dell'Abruzzo. Le migliori recensioni sono state premiate, e qui trovate le bellissime recensioni di La matematica e la realtà scritte da Ilaria Celeste, Alberto Di Fabrizio, Alessandro Dondarini, Fabio Fattore, Andrada Carla Mischiri Benito Priori.
Ma vi sono anche altri due motivi: Giorgio Israel era appassionato di Asimov, e uno scaffale della sua libreria era dedicato alle opere dell'autore statunitense ordinate maniacalmente (nella cronologia stellare) secondo le indicazioni date dallo stesso Asimov in uno dei suoi libri. Il secondo è che egli amava moltissimo il Gran Sasso.


domenica 22 maggio 2016

MATHEMATICS AND ECONOMICS IN HISTORICAL PERSPECTIVE: A SESSION IN MEMORY OF PROF. GIORGIO ISRAEL

The European Society for the History of Economic Thought — XXe Congrès — Paris 26-28 Mai 2016


Saturday, May 28, 2016, 13:45-15:15
Université Panthéon-Sorbonne
Special Session 9 – Mathematics and economics in historical perspective: demography, general equilibrium, uncertainty.
A session in memory of Prof. Giorgio Israel

Room 11
Chair Bruna Ingrao

Ivan Boldyrev
Steering the Invisible Hand: Normativity and Self-Implementing Technologies in Postwar General Equilibrium Theory
Nicola Giocoli Discussant

Luca Dell’Aglio
Some aspects of E.-E. Duvillard’s work in mathematical demography
Eric Brian Discussant

Eric Brian
Inequality, chance, and fairness
Bruna Ingrao Discussant

martedì 19 aprile 2016

Omaggio a Giorgio Israel di XlaTangente


La rivista Xla Tangente pubblica online un Omaggio a Giorgio Israel con interventi di Aldo Brigaglia e di Michele Emmer, e ricordandolo attraverso uno scritto cui Giorgio teneva molto, la presentazione a una ristampa, pubblicata nel 1992, degli Elementi di geometria di Federigo Enriques e Ugo Amaldi. Rileggere questo libro è stato fondamentale per l'approccio alla geometria elementare di Pensare in matematica (2012).
Potete leggere tutto qui

sabato 12 marzo 2016

Distruggere la dignità degli insegnanti è l'inizio della distruzione della scuola

In un articolo sul Corriere della sera di oggi, 
che si legge qui,
Ernesto Galli della Loggia scrive parole lucide e imprescindibili sull'ultimo contributo del Ministero della Pubblica Istruzione alla scuola italiana, il "Bilancio di competenze" che devono preparare gli insegnanti neoassunti. Essi non devono dedicarsi, grazie alla nuova stabilità raggiunta, a studiare e ad approfondire, a meditare le proprie lezioni e a fare progetti per migliorare sé stessi partecipando a conferenze e corsi scelti con autonomia intellettuale, potendo permettersi forse qualche libro, cinema o mostra in più. Sarebbe un imperdonabile individualismo! Essi si devono sottoporre a un rito la cui logica pare seguire i vecchi principi di una buona confessione (l'esame di coscienza, il dolore dei peccati, il proponimento di non commetterne più, la confessione, la penitenza) e che, nello stesso tempo, come giustamente scrive Galli della Loggia, potrebbe evocare nella sua minuziosità la pratica in uso nei regimi comunisti di far redigere a ogni militante sospetto di qualche infrazione, un rapporto circa il proprio operato, in bilico tra salvezza e condanna. Il tipo di rapporto che si chiede è analizzato da Galli della Loggia alla perfezione: leggiamolo,
per cercare dei resistere e di salvare la scuola.
Qualcosa, insomma, che — se non fosse nota la natura inoffensiva della ministra Giannini — potrebbe ricordare la pratica in uso nei regimi comunisti di far redigere a ogni militante sospetto di qualche infrazione un rapporto minuzioso, il più minuzioso possibile, circa il proprio operato.

Bisogna sapere infatti che da molto tempo la bestia nera del Miur è l’individualismo. Tutto, infatti, deve essere sempre pensato, organizzato, progettato, collettivamente, insieme a qualcun altro, colleghi, organi, genitori, asl, e chi più ne ha più ne metta. Così come tutto deve sempre essere «partecipato»: l’ideologia della scuola italiana è una sorta di permanente soviet casareccio, di consiliarismo «de noantri».

mercoledì 20 gennaio 2016


Giorgio Israel, nel saggio intitolato “Meccanicismo. Trionfo e miserie della visione meccanica del mondo” (appena pubblicato da Zanichelli), esattamente questo criticava: l’idea che la matematica possa sovrastare l’intera esperienza umana. Se i modelli matematici funzionano nella fisica, molti sono i limiti quando si applicano alle scienze sociali. L’ultima crisi economica, imprevedibile a tavolino, sembra confermarlo.

Sabina Minardi, L'Espresso, 12 gennaio 2016

Si può leggere l'intero articolo (”Algoritmo, un dio dietro tutte le cose”) qui

lunedì 18 gennaio 2016

L'interminabile crisi del meccanicismo è ben visibile oggi


Continua a parlare e a far parlare di sé Giorgio Israel, intellettuale di rango che ci ha lasciato pochi mesi fa, con un suo libro postumo, uscito per la Zanichelli in questi giorni: Meccanicismo. Trionfo e miserie della visione meccanica del mondo.

Solo un profondo conoscitore della storia del pensiero scientifico (e non solo) come lui poteva addentrarsi efficacemente nel racconto di una visione del mondo, quella meccanicistica, che tanto ha condizionato e condiziona il dibattito su ciò che è l’essere umano, su che cosa sono i processi biologici, su che cosa sia il cervello. La riduzione dell’universo a macchina, pur meravigliosa, ha avuto come esito inevitabile una lettura della natura e dell’umano in chiave materialistica, di cui pagina dopo pagina, secolo dopo secolo, Israel denuncia contraddizioni e problematiche tuttora irrisolte.
                Lo fa presentandoci e spiegandoci il ricchissimo dibattito e confronto di idee e di domande che si sono sviluppati intorno a questa tematica, in quella che l’autore definisce una “interminabile crisi”: il meccanicismo è un concetto di breve successo che però è riuscito ad arrivare ai nostri giorni, segnandoli pesantemente, e promette di andare oltre.
                I giorni nostri sono quelli in cui, dalle neuroscienze ai criteri di valutazione della ricerca scientifica, l’approccio meccanicistico riduce la complessità del reale a modelli matematici, ad algoritmi che pretendono di essere l’unica chiave di conoscenza. Un tempo, il nostro, in cui si pretende che solo quantificandola in qualche modo la realtà possa essere conoscibile, mentre, per dirla con il filosofo francese Alain Finkielkraut, “tutto il resto è letteratura”: ciò che esula dal linguaggio matematico - intuizione, parola - sono inutili chiacchiere, buone per sfaccendati.
                 E invece, spiega Israel, la matematica ridotta a unico strumento di misura di tutto il reale risulta svuotata della sua potenza speculativa e non riesce neppure ad assolvere al compito minimale della misurazione stessa. Lo dimostra brillantemente egli stesso, per esempio entrando nel merito  di alcuni esperimenti – inadeguati - nell’ambito delle neuroscienze, nei quali si è cercato di capire se ognuno di noi è libero di scegliere o è predeterminato da processi neuronali. Sono stati messi sullo stesso piano fenomeni che coinvolgono l’attività cerebrale, di cui si può quantificare la durata, con processi irriducibili a qualsiasi modello matematico, come la “consapevolezza” e la “decisione”. Si è cercato cioè di individuare il “momento di una decisione” come fosse un tempo misurabile e rappresentabile con un punto su una retta, e non invece un’esperienza personale che può essere solo narrata, e che non ha niente a che fare con scale temporali numerabili.

                  Per Israel, l’esito finale del meccanicismo è l’uomo visto come complessità biofisica di corpo e genoma e neuroni, modificabili: sono, i nostri giorni, quelli del trionfo della tecnoscienza – un termine coniato dall’epistemologo Hottois che Israel stesso ha portato nel dibattito pubblico italiano, e che indica la trasformazione della tecnica, divenuta indipendente dalla ricerca scientifica speculativa e tutta tesa a migliorare performance operative senza approfondirne più di tanto il perché. “Basta che funzioni”, sintetizzerebbe Woody Allen, ma Israel mette in guardia: “Non conosciamo alcuno sviluppo tecnologico importante che non si sia basato su elaborazioni teoriche”, e soprattutto non conosciamo un’umanità che non si chieda il senso della sua esistenza e del mondo che la circonda. Una domanda che non si può misurare.

Assuntina Morresi su Avvenire, 2 gennaio 2016